ecommerce cosa non può mancare

E-commerce cosa non può mancare

E-commerce cosa non può mancare per essere perfetto!

E-commerce cosa non può mancare

E-commerce efficace.

Quali sono gli elementi fondamentali che deve assolutamente presentare un sito e-commerce? Chissà quanti di voi se lo sono chiesti. Sopratutto quando ci si rende conto di non ottenere esattamente i risultati previsti e sperati. Vediamo brevemente nell’ e-commerce cosa non può mancare per favorire la vendita. Naturalmente dopo esserci accertati di offrire una User Experience soddisfacente ed appagante per i nostri visitatori. Ovvero un ecommerce semplice ed intuitivo che consente ai potenziali clienti di acquistare utilizzando il minor numero di click possible.

E-commerce cosa non può mancare: cinque punti fondamentali.

1. Logo indimenticabile: si perchè il logo rappresenta il biglietto da visita della tua attività-azienda. Come tale deve essere accuratamente studiato in modo da proporre un logo che sia memorabile, facilmente riconoscibile. Questo farà si che il potenziale cliente digiti nella barra del proprio motore di ricerca, direttamente il nome del vostro brand, piuttosto che generiche keywords comuni anche ai concorrenti.

2. Cattura l’attenzione: come? Con sconti, offerte, promozioni, omaggi, spese di spedizioni gratis. Questi elementi cattureranno molto più rapidamente l’attenzione del potenziale cliente, il quale spesso valuta in pochi secondi se gradisce o meno un negozio virtuale.

3. Aggiornamenti: sia nuovi clienti, sia i clienti abituali, gradiscono molto di più una homepage continuamente aggiornata, con novità, suggerimenti, articoli freschi…

4. Buy, login & search: devono essere sempre ben in vista e a portata di click. Ogni buon ecommerce deve infatti consentire la facile ricerca dei prodotti, un veloce acquisto di questi ed un agevole login per terminare l’acquisto.

5. Icone sistema di pagamento, chat, telefono. Assolutamente immancabili. La live chat consente, infatti, al potenziale cliente di risolvere immediatamente eventuali dubbi e perplessità su un prodotto. Questo ne faciliterà il successivo acquisto. Idem per quanto riguarda il numero di telefono dell’azienda-attività, sempre a disposizione del cliente, che lo porterà a chiudere l’acquisto con maggiore convinzione. Le icone che riassumono i metodi di pagamento disponibili, per avere facilmente conferma di poter utilizzare differenti metodi di pagamento, che infonderanno maggiore fiducia al potenziale acquirente.

E-commerce e social media.

Infine, si è rivelato molto utile riportare nell’ ecommerce dei social media links. Utili per promuovere, informare, contattare clienti fidelizzati e influecer. I social media rappresentano oggi uno dei maggiori veicoli per il traffico all’interno dei negozi virtuali, attraverso questi si potrà aumentare la visibilità del brand, interagire con i clienti, ricercare il target ecc.

Questi semplici consigli potrebbero rivoluzionare il tuo business. Ma la gestione di un ecommerce non si può fare a tempo perso. Richiede cura e conoscenza anche di altri aspetti. Richiede strategie per aumentare le vendite, richiede tecniche di Web Marketing per attirare i visitatori e controllare l’andamento del sito.

Ma se vuoi saperne di più puoi richiederci una consulenza gratuita, saremo pronti a rispondere ad ogni vostro dubbio o esigenza!

Fonte: ninjamarketing.it

E-commerce a rischio chiusura 12 giorni l'anno

E-commerce a rischio chiusura 12 giorni l’anno

Nuova norme sui negozi, a rischio chiusura anche i siti di e-commerce.

E-commerce a rischio chiusura 12 giorni l'anno

In parlamento la nuova legge sulle chiusure obbligatorie dei negozi.

La nuova legge che regolamenta gli orari dei negozi imporrebbe le giornate di chiusura obbligatorie anche ai siti di e-commerce. E-commerce a rischio chiusura 12 giorni l’anno! Il testo del ddl già approvato alla Camera in pratica fa un passo indietro sulla liberalizzazione degli orari dei negozi. Introduce 12 giorni l’anno di chiusura obbligatoria.

La nuova legge lascia intatta la possibilità per i negozi di stare aperti anche 24 ore al giorno. Ma obbliga la chiusura nelle 12 festività nazionali prevedendo soltanto la possibilità di sostituirne 6. Con altrettanti giorni scelti dal negoziante. Ma la domanda che in queste ore si stanno facendo negozi 2.0 e gruppi della distribuzione è: come si abbassa una serranda digitale?

La nuova legge sulle chiusure obbligatorie è da rivedere?

La falla nella legge sui negozi starebbe proprio all’articolo 1. Tra le accezioni alla nuova disciplina (bar, ristoranti, fiorai…) il legislatore si è dimenticato di inserire anche gli e-commerce. Che per loro stessa natura non possono essere chiusi. Se davvero ciò succedesse si potrebbe avere come effetto quello di penalizzare gli imprenditori italiani. Perché i clienti a caccia di acquisti online finirebbero per puntare sui concorrenti stranieri come Amazon. Che ovviamente non sono soggetti alla normativa nazionale.

Questo indubbiamente avrebbe delle ricadute anche sul maggior e-commerce made in Italy, come Yoox. Si rischierebbe dunque di ledere ulteriormente un settore che ancora nel nostro bel paese stenta a decollare. Il giro d’affari nel 2014 valeva 13,3 miliardi di euro e le vendite realizzate dai siti guardano da lontano Francia, Germania e soprattutto Gran Bretagna, dove il mercato digitale corre verso quota 80 miliardi.

È intervenuto sull’argomento il presidente di Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, Roberto Liscia: «Il settore dell’eCommerce non può essere soggetto ad una regolamentazione in tal senso. Poiché per sua natura è un’attività eseguibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Inoltre, sempre per definizione, il commercio elettronico attiene a transazioni che non si svolgono in un punto di vendita fisico, con conseguente impossibilità di applicazione di tale proposta normativa».

Secondo l’Antitrust la legge sui negozi è “un passo indietro nel già difficoltoso processo di liberalizzazione e di ammodernamento del settore”. Stessa posizione per Federdistribuzione che critica l’intero impianto della legge. “Una restrizione della liberalizzazione sugli orari di apertura avrebbe effetti negativi, che peggiorerebbero il servizio offerto ai consumatori. Inoltre meno giornate di apertura significano meno ore lavorate. Quindi meno salari distribuiti e minor bisogno di collaboratori da parte dei punti vendita”. A favore delle norme al vaglio del Senato è invece la Confcommercio e la Confesercenti.

Instagram e Pinterest

Instagram e Pinterest

Instagram e Pinterest: tasto “buy it”.

Instagram e Pinterest

Arriva il tasto “compra ora”!

Dopo le prime sperimentazioni fatte da Facebook e Twitter, anche sui social dedicati alle immagini verrà aggiunto il tasto “Buy it”. Come ormai risaputo, i social network stanno diventando una delle vetrine primarie per le attività commerciali online e le aziende. Lo dimostrano le inserzioni largamente collaudate su Facebook e Twitter e gli spot già da tempo su YouTube.

Dunque, anche i due social più popolari dedicati al mondo della fotografia e delle immagini, non potevano che lanciarsi nella sfida al leader dello shopping online, Amazon! Instagram lo inserisce in una serie di funzioni dedicate agli inserzionisti che vorranno promuovere i loro prodotti e servizi. Tra queste i tasti “scopri di più” per ottenere maggiori informazioni sul prodotto pubblicizzato. “Installa ora” per il download delle app. “Registrati” utile per le newsletter.

I tasti comunque, rimanderanno al sito dell’inserzionista. Dove sarà possibile completare gli acquisti. Nei prossimi giorni inizieranno i test delle nuove funzioni. Mentre Pinterest aggiunge il tasto “compra”. Questo social è noto sopratutto per immagini di accessori, scarpe, vestiti, che non di rado mettono proprio voglia di acquistarli. Bene adesso sarà possibile, come mostrato nel video ufficiale presente sul blog About Pinterest.

Quindi, se fino a qualche tempo fa il maggior competitor di Pinterest era Etsy, proprio per le sue funzionalità di vendita e acquisto, ora i ruoli si capovolgono. Anche Pinterest rincorre il podio dei «social ecommerce». Scorrendo le immagini proposte sarà possibile selezionare taglie e colori dei prodotti pubblicizzati. La transazione avverrà attraverso carte di credito e gli acquisti arriveranno direttamente a casa.

Anche questa volta i primi ad usufruire del servizio saranno gli statunitensi in possesso di iPhone o iPad, mentre piattaforme Android e mercati esteri dovranno aspettare ancora un po’.

Ecommerce 2015

Ecommerce 2015

E-commerce: in Italia più del 27% delle transazioni avviene da mobile.

Ecommerce 2015

Il report di Criteo: 

Il report di Criteo State of Mobile Commerce, azienda tecnologica specializzata in performance marketing, ha pubblicato la nuova edizione aggiornato al secondo trimestre relativa all’ Ecommerce 2015. I risultati del report si basano sulle analisi realizzate da Criteo. Esaminando i dati sulle singole transazioni di 1.4 miliardi di individui relativi a più di 160 miliardi di dollari di vendite a livello globale.

I risultati del suddetto studio hanno infatti rivelato che il 50% delle transazioni per i principali protagonisti del settore e-commerce provengono proprio dalle app. Dunque dai dispositivi mobili.
Ciò indica chiaramente che coloro che hanno puntato alla creazione di un’app vantano dei tassi di conversione molto più elevati rispetto a mobile. Sia browser che desktop. Inoltre, il report evidenzia come il 40% delle transazioni eCommerce implica oggi l’utilizzo di più di un dispositivo. In quanto smartphone, desktop e tablet sono utilizzati in una varietà di combinazioni per condurre ricerche e prendere decisioni d’acquisto.

I settori dell’ecommerce trainanti sembrano essere quelli della moda, dei beni di lusso e del travel. Come evidenziato anche i precedenti articoli, infatti, un’operazione su tre avviene oggi tramite dispositivi mobile. In particolare, in Italia la percentuale delle transazioni eCommerce da mobile supera il 27%. Si assiste nel secondo semestre ad una crescita significative che riguarda tutte le categorie merceologiche.

In prima posizione troviamo il settore dell’arredamento e articoli per la casa con più del 34% di transazioni, seguito dal 32,8% di GDO & Retail, il 29,80% del fashion & luxury e il 28,32% per il settore degli articoli sportivi. Infine, i siti ottimizzati per il mobile registrano un tasso di conversione del 3,4%. Più del doppio di quello dei siti non ottimizzati, dove solo l’1,6% dei consumatori converte. Se volete rendere anche voi il vostro sito “mobile friendly” non esitate a contattarci!

Fonte: criteo.com

Social media marketing

Social media marketing

Social media marketing e imprese.

Social media marketing

Il tema portante della terza edizione del Social Media Marketing Day che si è tenuto il 25 giugno a Milano è stato su come implementare e gestire una strategia di comunicazione attraverso i social media. Tenendo conto della diversità intrinseca di ogni azienda. Tema fondamentale oggi più che mai dato che i social media rappresentano uno degli strumenti principali per la comunicazione di molte aziende.

Come ormai ampiamente ribadito anche in precedenti articoli, i social non solo consentono di valorizzare il proprio brand. Ma permettono anche di monitorare la propria reputazione, avvicinarsi ai propri clienti o gestire i problemi in tempo reale. “I social media stanno diventando nuovi motori di ricerca”. Ha spiegato nel suo speech introduttivo Andrea Albanese, organizzatore del SMM Day. “Basti pensare a quanti utenti arrivano alle notizie attraverso Facebook o Twitter, ma anche agli acquisti, fino all’hashtag che permette una ricerca multi piattaforma”.

Tutto ciò rappresenta dunque, per le piccole-medie-grandi aziende, una reale opportunità che, se sfruttate con intelligenza e i giusti mezzi, possono portare ad ottimi e proficui risultati. Tali strumenti possono contribuire a creare un passaparola positivo digitale. Quindi a migliorare la reputazione dell’ attività online che, a sua volta, porterà nuovi contatti. Usare i social in maniera professionale contribuisce, inoltre, a dare autorevolezza all’attività!

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