E-commerce a rischio chiusura 12 giorni l’anno

Nuova norme sui negozi, a rischio chiusura anche i siti di e-commerce.
In parlamento la nuova legge sulle chiusure obbligatorie dei negozi.
La nuova legge che regolamenta gli orari dei negozi imporrebbe le giornate di chiusura obbligatorie anche ai siti di e-commerce. E-commerce a rischio chiusura 12 giorni l’anno! Il testo del ddl già approvato alla Camera in pratica fa un passo indietro sulla liberalizzazione degli orari dei negozi. Introduce 12 giorni l’anno di chiusura obbligatoria.
La nuova legge lascia intatta la possibilità per i negozi di stare aperti anche 24 ore al giorno. Ma obbliga la chiusura nelle 12 festività nazionali prevedendo soltanto la possibilità di sostituirne 6. Con altrettanti giorni scelti dal negoziante. Ma la domanda che in queste ore si stanno facendo negozi 2.0 e gruppi della distribuzione è: come si abbassa una serranda digitale?
La nuova legge sulle chiusure obbligatorie è da rivedere?
La falla nella legge sui negozi starebbe proprio all’articolo 1. Tra le accezioni alla nuova disciplina (bar, ristoranti, fiorai…) il legislatore si è dimenticato di inserire anche gli e-commerce. Che per loro stessa natura non possono essere chiusi. Se davvero ciò succedesse si potrebbe avere come effetto quello di penalizzare gli imprenditori italiani. Perché i clienti a caccia di acquisti online finirebbero per puntare sui concorrenti stranieri come Amazon. Che ovviamente non sono soggetti alla normativa nazionale.
Questo indubbiamente avrebbe delle ricadute anche sul maggior e-commerce made in Italy, come Yoox. Si rischierebbe dunque di ledere ulteriormente un settore che ancora nel nostro bel paese stenta a decollare. Il giro d’affari nel 2014 valeva 13,3 miliardi di euro e le vendite realizzate dai siti guardano da lontano Francia, Germania e soprattutto Gran Bretagna, dove il mercato digitale corre verso quota 80 miliardi.
È intervenuto sull’argomento il presidente di Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, Roberto Liscia: «Il settore dell’eCommerce non può essere soggetto ad una regolamentazione in tal senso. Poiché per sua natura è un’attività eseguibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Inoltre, sempre per definizione, il commercio elettronico attiene a transazioni che non si svolgono in un punto di vendita fisico, con conseguente impossibilità di applicazione di tale proposta normativa».
Secondo l’Antitrust la legge sui negozi è “un passo indietro nel già difficoltoso processo di liberalizzazione e di ammodernamento del settore”. Stessa posizione per Federdistribuzione che critica l’intero impianto della legge. “Una restrizione della liberalizzazione sugli orari di apertura avrebbe effetti negativi, che peggiorerebbero il servizio offerto ai consumatori. Inoltre meno giornate di apertura significano meno ore lavorate. Quindi meno salari distribuiti e minor bisogno di collaboratori da parte dei punti vendita”. A favore delle norme al vaglio del Senato è invece la Confcommercio e la Confesercenti.